11-10-09, 14:04 | #1 |
![]() dalle fratte scorgo mie labbra anfratto spesso infrequentabile
letargia sul posticcio/pasticcio sbatte saltella ammarato in un altrove di questo mare chiuso è relitto spigolo tirate dissetature nel colmo del sole nulla è più seguace ciglia s'imbriglia alle coste allucinarsi sul metallo stradale incandescente scolato dal cielo nei disincanti temprano scudo a colui che immortale tesse tele al lontano scriversi non ibridare idiomi all'orale trafugato leggo l'indietro e collisiono l'avanti per ripa rupestre significare in oblature costretto oh tu dammi di nepente il frutto fluido scoperchia il mondo carezza spazieggio sillabe laiche di sparto levigate all'acquitrino dell’anima il tuo luogo non c'è logos mia alterazione centrale questa latomia scavata nelle viscere questa tagliente questa serva ledésti io servo me melusina in disgrazia latrato gracchìo tu del mio stacciare lo strascinio turibolante della morte oh tu incenso nel mio fuoco di pioggia sulle spaccate labbra al freddo di un due in uno e quattro all'inizio atra notte lucente al mio singhiozzare nomare del tuo non rimo con le tue labbra scansiono atout nel vincolo cedenza il carico al seme più bellurio e adunque io rifinirò la tua assenza col " tocco " dell'unghia per silenziare il colpo a te avvolto avverso |
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