04-05-08, 01:01 | #1 |
L'inno Nazionale italiano
Credo che parlando questa lingue, parlando dell'italia...non si puo' non conoscere le parole dell'inno nazionale di questo paese
FRATELLI D'ITALIA Fratelli d'Itali ,l'Italia s'è desta dell'elmo di Scipios 'è cinta la testa. Dov'è la Vittoria? Le porga la chioma; che schiava di Roma Iddio la creò. Stringiamoci a coorte! Siam pronti alla morte; Siam pronti alla morte; l'Italia chiamò. Noi siamo da secoli calpesti, derisi perché non siam popolo, perché siam divisi. Raccolgaci un'unica bandiera una speme; di fonderci insieme giÃ**** l'ora suonò. Stringiamoci a coorte... Uniamoci, amiamoci; l'unione e l'amore rivelano ai popolile vie del Signore. Giuriamo far libero il suolo natio: Uniti, per Dio, chi vincer ci può? Stringiamoci a coorte... Dall'Alpe a Sicilia, Dovunque è Legnano; ogn'uom di Ferruccio ha il core e la mano; I bimbi d'Italia si chiaman Balilla; il suon d'ogni squilla I Vespri suonò. Stringiamoci a coorte... Son giunchi che piegano le spalle vendute; giÃ**** l'aquila d'Austria le penne ha perdute. Il sangue d'Italia e il sangue polacco bevé col cosacco ma il cor le bruciò. Stringiamoci a coorte... __________________ Dietro ogni nuvola.....C'è sempre un raggio di LUCE. . |
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04-05-08, 01:24 | #2 |
Magari linkarla Mehdi!!!!
Grazie! dolcenera: BRAVA! |
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04-05-08, 02:17 | #3 |
Versione solo musica Fratelli d'Italia… Dobbiamo alla cittÃ**** di Genova Il Canto degli Italiani, meglio conosciuto come Inno di Mameli. Scritto nell'autunno del 1847 dall'allora ventenne studente e patriota Goffredo Mameli, musicato poco dopo a Torino da un altro genovese, Michele Novaro, il Canto degli Italiani nacque in quel clima di fervore patriottico che giÃ**** preludeva alla guerra contro l'Austria. L'immediatezza dei versi e l'impeto della melodia ne fecero il più amato canto dell'unificazione, non solo durante la stagione risorgimentale, ma anche nei decenni successivi. Non a caso Giuseppe Verdi, nel suo Inno delle Nazioni del 1862, affidò proprio al Canto degli Italiani - e non alla Marcia Reale - il compito di simboleggiare la nostra Patria, ponendolo accanto a God Save the Queen e alla Marsigliese. Fu quasi naturale, dunque, che il 12 ottobre 1946 l'Inno di Mameli divenisse l'inno nazionale della Repubblica Italiana.Esecuzione dalla partitura autografa di Michele Novaro VITO MAGGIOLINO, pianista Ensemble Coro di Torino MAURIZIO BENEDETTI, Direttore ***************************************** ***************************************** Il poeta Goffredo Mameli dei Mannelli nasce a Genova il 5 settembre 1827. Studente e poeta precocissimo, di sentimenti liberali e repubblicani, aderisce al mazzinianesimo nel 1847, l'anno in cui partecipa attivamente alle grandi manifestazioni genovesi per le riforme e compone Il Canto degli Italiani. D'ora in poi, la vita del poeta-soldato sarÃ**** dedicata interamente alla causa italiana: nel marzo del 1848, a capo di 300 volontari, raggiunge Milano insorta, per poi combattere gli Austriaci sul Mincio col grado di capitano dei bersaglieri. Dopo l'armistizio Salasco, torna a Genova, collabora con Garibaldi e, in novembre, raggiunge Roma dove, il 9 febbraio 1849, viene proclamata la Repubblica. Nonostante la febbre, è sempre in prima linea nella difesa della cittÃ**** assediata dai Francesi: il 3 giugno è ferito alla gamba sinistra, che dovrÃ**** essere amputata per la sopraggiunta cancrena. Muore d'infezione il 6 luglio, alle sette e mezza del mattino, a soli ventidue anni. Le sue spoglie riposano nel Mausoleo Ossario del Gianicolo. Il musicista Michele Novaro nacque il 23 ottobre 1818 a Genova, dove studiò composizione e canto. Nel 1847 è a Torino, con un contratto di secondo tenore e maestro dei cori dei Teatri Regio e Carignano. Convinto liberale, offrì alla causa dell'indipendenza il suo talento compositivo, musicando decine di canti patriottici e organizzando spettacoli per la raccolta di fondi destinati alle imprese garibaldine. Di indole modesta, non trasse alcun vantaggio dal suo inno più famoso, neanche dopo l'UnitÃ****. Tornato a Genova, fra il 1864 e il 1865 fondò una Scuola Corale Popolare, alla quale avrebbe dedicato tutto il suo impegno. Morì povero, il 21 ottobre 1885, e lo scorcio della sua vita fu segnato da difficoltÃ**** finanziarie e da problemi di salute. Per iniziativa dei suoi ex allievi, gli venne eretto un monumento funebre nel cimitero di Staglieno, dove oggi riposa vicino alla tomba di Mazzini. Come nacque l'inno La testimonianza più nota è quella resa, seppure molti anni più tardi, da Carlo Alberto Barrili, patriota e poeta, amico e biografo di Mameli. Siamo a Torino: "ColÃ****, in una sera di mezzo settembre, in casa di Lorenzo Valerio, fior di patriota e scrittore di buon nome, si faceva musica e politica insieme. Infatti, per mandarle d'accordo, si leggevano al pianoforte parecchi inni sbocciati appunto in quell'anno per ogni terra d'Italia, da quello del Meucci, di Roma, musicato dal Magazzari - Del nuovo anno giÃ**** l'alba primiera - al recentissimo del piemontese Bertoldi - Coll'azzurra coccarda sul petto - musicata dal Rossi. In quel mezzo entra nel salotto un nuovo ospite, Ulisse Borzino, l'egregio pittore che tutti i miei genovesi rammentano. Giungeva egli appunto da Genova; e voltosi al Novaro, con un foglietto che aveva cavato di tasca in quel punto: - To' gli disse; te lo manda Goffredo. - Il Novaro apre il foglietto, legge, si commuove. Gli chiedono tutti cos'è; gli fan ressa d'attorno. - Una cosa stupenda! - esclama il maestro; e legge ad alta voce, e solleva ad entusiasmo tutto il suo uditorio. - Io sentii - mi diceva il Maestro nell'aprile del '75, avendogli io chiesto notizie dell'Inno, per una commemorazione che dovevo tenere del Mameli - io sentii dentro di me qualche cosa di straordinario, che non saprei definire adesso, con tutti i ventisette anni trascorsi. So che piansi, che ero agitato, e non potevo star fermo. Mi posi al cembalo, coi versi di Goffredo sul leggio, e strimpellavo, assassinavo colle dita convulse quel povero strumento, sempre cogli occhi all'inno, mettendo giù frasi melodiche, l'un sull'altra, ma lungi le mille miglia dall'idea che potessero adattarsi a quelle parole. Mi alzai scontento di me; mi trattenni ancora un po' in casa Valerio, ma sempre con quei versi davanti agli occhi della mente. Vidi che non c'era rimedio, presi congedo e corsi a casa. LÃ****, senza neppure levarmi il cappello, mi buttai al pianoforte. Mi tornò alla memoria il motivo strimpellato in casa Valerio: lo scrissi su d'un foglio di carta, il primo che mi venne alle mani: nella mia agitazione rovesciai la lucerna sul cembalo e, per conseguenza, anche sul povero foglio; fu questo l'originale dell'inno Fratelli d'Italia." __________________ - Souvenirs Tunisia - gioielli argento - mano di Fatima QUI - Se trovi questo forum utile non dimenticare di considerare una piccola donazione qui : |
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04-05-08, 10:39 | #4 |
Dagli anni sessanta in poi l'inno italiano è stato un po' trascurato e non era tanto preso in considerazione. Addirittura veniva preferito come " canto italiano per eccellenza" il "VÃ**** Pensiero" tratto dal nabucco di G. Verdi. Ma incredibilmente dall'unione europea in poi c'è stata una rivalutazione dell'inno, ed è stato riscoperto e cantato da tutti in ogni occasione.
__________________ Io che voglio andare tra la gente e poi mi trovo solo, io re di tutto e re di niente, io che so la mia incapacità ma vorrei fare tutto, io re di tutto e re di niente, io con i miei castelli in aria, io con i miei sogni. Re di me stesso. |
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04-05-08, 12:26 | #5 |
Hai ragione rediniente,se ci penso io nn l'ho mai imparata bene perchè a scuola nn l'hanno mai insegnata ed è una cosa un pò bruttina visto che è l'inno della nazione italiana!!!!
cmq come stai? è da tanto che nn ti vedevo sul forum nn che io ci passi chissÃ**** quantto tempo in questo periodo... __________________ العين للي ما شفتك يا خسارة لكل لي راتو و القلب لي ما حبكش قولي شن هي حياتو |
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04-05-08, 15:40 | #6 |
Allora su questo Forum, avreste la possibilitÃ**** non solo d'impararla ma anche di cantarla questa canzone
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04-05-08, 17:53 | #7 |
ciao Rania, piacere di risentirti. Sto bene e cosi spero di te. Comunque credo che ci siano delle imperfezioni nella versione dell'inno presentata da Dolcenera: controllerò e vi farò sapere.
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04-05-08, 18:07 | #8 |
Beh!! Mi devo vergognare. In tutte le sue parti Dolcenera ha indicato la versione giusta. Proprio io come italiano non la conoscevo tutta. Complimenti Dolce, sei molto preparata.
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04-05-08, 21:18 | #9 |
grazie comunque é sempre giusto verificare!!! __________________ Dietro ogni nuvola.....C'è sempre un raggio di LUCE. |
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05-05-08, 21:16 | #10 |
Sai perchè sono stato indotto all'errore??!! Leggendo i versi: i bimbi d'italia si chiaman Balilla.
I bambini italiani dagli 8 ai 14 anni venivano chiamati "Balilla" durante l'era fascista (1926-1945). Quindi ho pensato che era un'aggiunta dei fascisti all'inno d'italia che invece era stato scritto un secolo prima. Invece è Mussolini che si è ispirato all'inno chiamando Balilla tutti i bambini italiani. A proposito i bamini dai 6 agli 8 anni venivano chiamati i Figli della Lupa. __________________ Io che voglio andare tra la gente e poi mi trovo solo, io re di tutto e re di niente, io che so la mia incapacità ma vorrei fare tutto, io re di tutto e re di niente, io con i miei castelli in aria, io con i miei sogni. Re di me stesso. |
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