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29-06-10, 23:11   #1
Silvana

Chiacchierone
 
 
:
Aug 2009
: Rio de Janeiro
: Donna
: 71






Tutto fuori

Ciao a tutti,
Vorrei chiedervi un piccolo aiutino per farmi capire il senso giusto della locuzione "tutto fuori", scritta da Pirandello nel libro UNC. So che "tutto" può avere il valore intensivo/rafforzativo degli avverbi "interamente e completamente" (ad esempio.: tutto felice = felicissimo, completamente felice; tutt'occhi = avere gli occhi molto grandi oppure aver lo sguardo fisso su qualcosa o qualcuno, aver cura), ma e nella locuzione "tutto fuori" che viene scritta in questo passo:

"(...) Quest'albero, respiro trèmulo di foglie nuove. Sono quest'albero. Albero, nuvola; domani libro o vento: il libro che leggo, il vento che bevo. Tutto fuori, vagabondo." (Pirandello - UNC, Libro Ottavo, IV, Non Conclude)

Qual sarebbe il suo senso: assenza, carenza, mancanza, pazzia, lontananza, errore, sbaglio; visto che la locuzione, mi sembra legata al sostantivo vagabondo?

O devo proprio capire col senso letterale delle parole "tutto" e "fuori"?

Vi ringrazio in anticipo

Saluti

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- Sivana G Melo -

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