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19-07-09, 20:38   #1
Maria

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Dec 2008
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Angry A 19 anni della morte di Paolo Borsellino

Si compiono oggi 19 anni della morte del giudice Paolo Borsellino.

Nato a Palermo il 19 gennaio 1940. Figlio di genitori ambedue farmacisti. Dopo avere frequentato il Liceo classico "Meli" si iscrive alla facoltÃ**** di giurisprudenza di Palermo. Il 27 giugno 1962, all'etÃ**** di appena 22 anni, Borsellino si laurea con 110 e lode e, pochi giorni dopo, subisce la perdita del padre. Ora è affidato a lui il compito di provvedere alla famiglia. Si impegna con l’ordine dei farmacisti a tenere la farmacia del padre fino al conseguimento della laurea in farmacia di sua sorella. Tra piccoli lavoretti e le ripetizioni Borsellino studia per superare il concorso in magistratura. Ci riesce nel 1963.

Nel 1965 Borsellino viene mandato al tribunale civile di Enna come uditore giudiziario. Nel 1967 ha il primo incarico direttivo, Pretore a Mazara del Vallo nel periodo del dopo terremoto.Il 23 dicembre del 1968 Borsellino si sposa, continua a lavorare a Mazara facendo avanti e indietro da Palermo, anche più volte al giorno.
Nel 1969 viene trasferito alla pretura di Monreale dove lavora fianco a fianco con il capitano dei Carabinieri Emanuele Basile.
Nel 1975 Borsellino viene trasferito al tribunale di Palermo e a luglio entra all’Ufficioistruzione processi penali sotto la guida di Rocco Chinnici. Con il Capitano Basile lavora alla prima indagine sulla mafia e da questo momento comincia il suo impegno senza sosta per sconfiggere l’organizzazione mafiosa.
Nel 1980 arriva l’arresto dei primi sei mafiosi. Il Pool comprende quattro magistrati. Falcone, Borsellino e Barrile lavorano uno a fianco all’altro, sotto la guida di Rocco Chinnici. Si intravede e, lentamente, si instaura un legame comunitario tra i giudici che appartengono al pool.
Il 4 agosto 1983 viene ucciso il giudice Rocco Chinnici con un’autobomba. Nel Maggio 1992
il giudice Falcone viene ucciso insieme alla moglie
Il 19 lugio 1992 stava navigando per distendersi e ritorna a Palermo per accompagnare la mamma dal medico e con l’esplosione dell’autobomba sotto la casa, in via D’Amelio, muore con tutta la scorta.

Riguardo alla morte...
Borsellino ha un forte rapporto con la morte; è presente in ogni parte della sua vita.
Teme per gli altri, per la sua famiglia, per i ragazzi della scorta. È molto protettivo con i suoi collaboratori e con la sua famiglia. Parla spesso della morte un po’ per scherzarci sopra un po’ per ricordarsi sempre che non è poi così lontana. "Se muoio adesso, il mio compito l’ho svolto".
Ha visto morire molte persone, uomini di valore morale ed intellettuale e sa benissimo di non essere esente da una fine simile. Eppure a volte scherza con la morte, se ne prende gioco, ci ride sopra con un unico cruccio: quello di aver preparato i propri figli ad affrontare la vita.
"Non sono né un eroe né un kamikaze, ma una persona come tante altre. Temo la fine perché la vedo come una cosa misteriosa, non so quello che succederÃ**** nell’aldilÃ****. Ma l’importante è che sia il coraggio a prendere il sopravvento...Se non fosse per il dolore di lasciare la mia famiglia, potrei anche morire sereno".

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María
 

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