manfredonia
15-10-09, 16:25
ho partorito ombra
intensa è stata
ed è fuggita al rancore
nell'acqua ho adorabilmente poggiato barchette del diario
lo squilibrio al silenzio cicale divorano
si perde il mio udito nel clacson
a decine i decebel allontanano percezioni
ritornano le altezze scarseggia l'equilibrio
fa risplendere le stelle il consuntivo
sull'autostrada precipita il pensiero
intercettato/schiacciato nella caduta
il viadotto incustodito
scrivo sul dirupo ad una sfoglia di crepaccio - ho le spine negl'occhi -
mentre sfoglia capricci di neve attaccati al tuo indaco di cieli caduti sugli spuntoni
rocce insieme a riverberi a sfoglia a sfoglia luci si sfogliano
dentro di me le rugiade
dei fumi di nebbie incrociate a nebbie alle vette giganti azzurri planare in trappole di nubi
piangete il quello di me
di lentiggini te riflessa
libera aria inesplorabile tunnel d'aria cocente bruciato silenzio
una traccia di sole
vado nel mai
l'orizzonte del fotografo
troppo alte sono le rapide binocolo astuto
ti lascio al gregge masticare
una falciata di pianura in adorazione d'ozio giace
la stoppia la terra di trebbiatura
la spiga miete la lingua nel dubbio maniacale
il poi s'allunga nella lente miope
il grillo al taciuto stordisce voce
il cielo svuota grandine
il sogno primo si frantuma su letto di viole
percettibile il respiro
il sogno secondo preme cuscini di pietra
quella pietra liscia lascia ruscellare il mestiere
intensa è stata
ed è fuggita al rancore
nell'acqua ho adorabilmente poggiato barchette del diario
lo squilibrio al silenzio cicale divorano
si perde il mio udito nel clacson
a decine i decebel allontanano percezioni
ritornano le altezze scarseggia l'equilibrio
fa risplendere le stelle il consuntivo
sull'autostrada precipita il pensiero
intercettato/schiacciato nella caduta
il viadotto incustodito
scrivo sul dirupo ad una sfoglia di crepaccio - ho le spine negl'occhi -
mentre sfoglia capricci di neve attaccati al tuo indaco di cieli caduti sugli spuntoni
rocce insieme a riverberi a sfoglia a sfoglia luci si sfogliano
dentro di me le rugiade
dei fumi di nebbie incrociate a nebbie alle vette giganti azzurri planare in trappole di nubi
piangete il quello di me
di lentiggini te riflessa
libera aria inesplorabile tunnel d'aria cocente bruciato silenzio
una traccia di sole
vado nel mai
l'orizzonte del fotografo
troppo alte sono le rapide binocolo astuto
ti lascio al gregge masticare
una falciata di pianura in adorazione d'ozio giace
la stoppia la terra di trebbiatura
la spiga miete la lingua nel dubbio maniacale
il poi s'allunga nella lente miope
il grillo al taciuto stordisce voce
il cielo svuota grandine
il sogno primo si frantuma su letto di viole
percettibile il respiro
il sogno secondo preme cuscini di pietra
quella pietra liscia lascia ruscellare il mestiere